Un giovane americano viene condannato in Turchia a trent'anni di prigione per contrabbando di droga. Scoprirà che la sua unica possibilità di salvezza è la fuga. É una storia vera, cruda e violenta. Quello che mi ha sempre fatto incazzare è che il film tradisca uno degli aspetti fondamentali di questa storia vera: William Hayes, il personaggio reale, ebbe, durante la prigionia, una storia omosessuale, dopo la quale rimase gay per tutto il resto della sua vita. Il film è coraggioso quando mostra il bacio tra due uomini che si accarezzano completamente nudi ma diventa subito pusillanime quando fa vedere che Hayes non vuole proseguire nell'intimità del rapporto. Falsando la realtà. Come nella scena crudele di quando il protagonista morsica la lingua di un altro uomo. Un'altra insopportabile falsità offerta sull'altare dell'ipocrisia sociale dominante.
Trailer:
Guarda il film: