E' il film testamento di Fassbinder (uscì dopo la sua morte) e contiene tutte le problematiche più care al regista: l'omosessualità, l'amore, la violenza, la morte, ecc. Quando uscì diventò subito un manifesto per la liberazione omosessuale, anche se la struttura del film, molto teatrale e allegorica, ne rendeva difficile la comprensione da parte del grande pubblico (lo stesso accadde molto dopo per il Salò di Pasolini). La censura italiano blocco il film che ottenne il visto col divieto ai minori di 18anni solo dopo il taglio di due sequenze che mostravano scene di sodomizzazione e masturbazione (ritenute "particolarmente realistiche"). Il film fu presentato in versione integrale al Festival di Venezia del 1982 e provocò una dichiarazione ufficiale di disaccordo con la giuria del festival da parte del Presidente della stessa giuria (Marcel Carné) perchè questa si era rifiutata di assegnargli il leone d'oro.
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