Nigel Slater è uno dei più popolari ed amati critici gastronomici e cuochi del Regno Unito, sempre presente nelle classifiche dei bestseller e in televisione. Quella per il cibo è per lui una vera e propria passione, più che un semplice lavoro, un amore sbocciato in tenera età e sempre coltivato con dedizione continua.
Toast, esordio cinematografico di S.J. Clarkson, regista di provata esperienza televisiva sia in UK che in USA, prende spunto da uno dei libri di Slater per raccontarne l'infanzia: i primi contatti col cibo e la cucina vissuti con felice curiosità; la morte della madre ed il difficile rapporto con la nuova governante Mrs Potter, personaggo che poco per volta si è guadagnato spazio e potere in casa Slater, arrivando a sposare il padre vedovo del ragazzo; le prime fugaci esperienze sentimentali e lavorative.
Quelli di Slater sono resoconti di ricordi, memorie che prendono le mosse proprio dal cibo. Un processo che il film della Clarkson simboleggia fin dai titoli di testa, una vivace e simpatica carrellata di prodotti sugli scaffali di un negozio d'alimentari, sulle cui scatole sono indicati i membri del cast, come nomi di prodotti in vendita. Trattandosi di ricordi di quaranta anni prima, lo stesso Slater ammette di aver enfatizzato o ingigantito alcuni dettagli, ma Una cena del biopic Toast (2010) Toast non si prefigge di essere una biografia dettagliata dell'autore, quanto un percorso nei colori, odori e sapori della sua gioventù, quegli elementi che hanno modellato la sua vita ed il suo gusto in quei primi anni.
Un resoconto dal quale sono volutamente tenuti fuori, o comunque smorzati, i momenti più duri e cupi, con l'intento di mettere in piedi un prodotto leggero, che possa anche far sorridere lo spettatore.
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