Divertente e amara nello stesso tempo questa commedia-nera (solo per l'incipit) scritta (all'età di 17 anni), sceneggiata e interpretata da Chris Colfer (Glee) sotto l'abile regia di Brian Dannelly (Saved!). Carson Phillips (Colfer) muore colpito da un fulmine prima di finire il liceo. Scopriamo in flasback chi era e cosa faceva come direttore del giornalino scolastico, mentre sperava di diventare un giorno redattore del The New Yorker. Aveva grandi sogni che avrebbe potuto realizzare solo fuggendo dalla mediocrità di una piccola cittadina. A scuola Carson rimaneva estasiato davanti ai bicipiti degli studenti atleti, lavorava nel gruppo teatrale gay (il presidente ha un compagno gay non ancora pronto per il coming out), sosteneva le civettuole cheerleader, accettava i consigli dell'incapace assistente scolastica (Angela Kinsey). A casa doveva vedersela con una rassegnata mamma (Allison Janney) - ma sarà lei il vero motore delle sue scelte, un padre estraneo (Dermot Mulroney) e la sua nuova fidanzata incinta (Christina Hendricks, 'Mad Men'), una nonna (Polly Bergen) che sta dolorosamente perdendo causa l'Alzheimer. Tra tutti il suo vero punto di riferimento e sostegno era la sua grande amica Malerie (Rebel Wilson), sfortunata e intelligente grassottella, sempre capace di tirati sù di morale e divertirti. E' proprio grazie al suo aiuto che Carson riesce a reclutare una squadra di redattori per il giornalino scolastico, malvisto da tutti, e a farli lavorare con dei piccoli ricatti usando i segreti di ciascuno, tra i quali la gayezza velata di alcuni. Carson non è un moralista, anzi appare inizialmente come un opportunista, ma quando i suoi comportamenti, involontariamente, rendono i ragazzi più consapevoli dei loro desideri e delle loro reali ambizioni, egli accoglie la sfida di cambiare le cose al meglio per ognuno di loro... Molto ben amalgamati da sceneggiatura e regia i momenti tristi e quelli divertenti, le riflessioni serie con quelle più leggere, dove non manca mai una buona dose di ironia e sarcasmo, grazie anche alla bravura degli ottimi interpreti, tra i quali Rebel Wilson ruba la scena a tutti. Un viaggio verso la maturità che rompe coi canoni tradizionali dei film studenteschi, alzandosi decisamente di livello. Curiosa la scelta di non fare mai dichiarare apertamente come gay il protagonista (forse per allontanare il clichè che Colfer ha assunto con la serie Glee?), motivo per cui diamo al film solo 2 G.
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