
Siamo nel 1911, il compositore Aschenbach (Bogarde), in vacanza al lido di Venezia, rimane affascinato dalla bellezza del giovane e androgino Tadzio (Bjorn Andersen). Mentre la città è in preda a un'epidemia, tenuta nascosta dalle autorità, Aschenbach, ormai dimentico della sua missione artistica e della sua dignità, si lascia andare incontro alla morte. Perfetta la ricostruzione d'atmosfera ed il contrasto (tutto spirituale ed estetico) tra la bellezza della giovinezza e la triste decadenza della vecchiaia e della morte. Film sconsigliabile a chi non apprezza i tempi lunghi, i languori dello spirito e la musica classica. Struggente fino a togliere il respiro per chi ama questo genere di film. Un passo avanti sull'omosessualità al cinema: non è più solo sesso e violenza, diventa un fattore estetico ma non ancora un problema di sentimenti.