"L'Age Atomique" fa un viaggio nella vita notturna parigina per terminare nell'abbandono e nella delusione di una foresta remota all'alba. Cosa stanno cercando Victor e Rainer quando di notte prendono un treno verso il centro apparentemente claustrofobico di Parigi? Il paradiso artificiale di un night club, divertimento, sesso, droga, ma anche oblio. Piena di profonda tristezza e malinconia, questa non è la Parigi della razionalità e dei lumi, ma un luogo pericoloso dove incontri occasionali, preoccupazione, noia e frustrazione possono improvvisamente trasformarsi in aggressività, violenza e disgregazione emotiva. Seguiamo i due amici nel loro viaggio notturno, che diventa sempre più carico di un erotismo inespresso attraverso la gestualità e lunghi sguardi. Victor ama le donne, Rainer ama Victor, ma entrambi non sono corrisposti... Da un punto di vista formale e per le tematiche che affronta, "L'Age Atomique" ricorda i film di Robert Bresson e di Gus Van Sant. In tutto questo, la regista, Helena Klotz, non pretende di comprendere appieno i suoi personaggi - qualcosa di fondamentale rimane misterioso, sfugge ad una spiegazione - ma ci invita comunque a dare un'occhiata più da vicino ad oggetti e persone. Il film ha vinto il premio FIPRESCI (Fédération Internationale de la Presse Cinématographique) per la sezione Panorama della Berlinale 2012.
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