Secondo lungometraggio autofinanziato del giovanissimo canadese Xavier Dolan, 21 anni compiuti il 20 marzo, che lo scorso anno anno aveva presentato a Cannes la sua originale opera prima "J’ai tué ma mère", film sul passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Con questo film, Dolan ha detto di essere passato "ad un cinema più adulto, che tratta di come reagiamo davanti al rifiuto, alla solitudine, al dolore." Francis (Dolan) e Marie (Chokri) sono due amici che s'innamorano dello stesso uomo, Nicolas (Schneider), un giovane che proviene dalla campagna e che si è appena installato a Montreal. Un vero colpo di fulmine per entrambi che s'ingegnano, ciascuno per conto proprio, come in un malefico duello, di attirare le attenzioni di Nicolas. Di volta in volta, la tensione tra i personaggi cresce sempre più e presto ognuno di loro interpreta in modo ossessivo i comportamenti ambigui e distruttivi dell'oggetto del loro desiderio. "Una intensa disamina delle diverse tappe della caccia amorosa, dalla seduzione all'ambiguità, dall'ambiguità alla spiegazione, dalla spiegazione al rifiuto, dal rifiuto al dolore, dal dolore alla guarigione" così il regista commenta il suo film, aggiungendo che nel film c'è anche una vena comica, "che non è una comicità dell'assurdo o del burlesco come nel mio precedente film. E' un altro umorismo, più verbale. Qui presento un altro stile, un altro tono, veramente un'altra cosa".
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