Rose (un nome maschera, come sembra indicare la rosa tatuata sulla sua schiena) entra nel salone di parrucchiere in cui lavora Paul avendo le idee un po' confuse, o meglio, avendole chiarissime: al collega di Paul, Remy, chiede di renderla "nera come un corvo", a Paul dice di voler essere "rossa come uno scoiattolo". In questa ambiguità cromatica è già tutto il mistero della ragazza, dark lady materna che scorta l'ingenuo Paul in un universo notturno d'incubi tentatori (l'ambiente "malato" e irreale tornerà ne Il tempo che resta) che stordiscono il ragazzo e lo portano a ridefinire le coordinate del quotidiano (l'incontro con Remy nella toilette del locale). Come il Leopold di Gocce d'acqua su pietre roventi, Rose induce Paul a prostituirsi, con un'incoscienza candida che sfiora il cinismo del personaggio derivato da Fassbinder: la ragazza crede davvero che amore e sesso possano convivere senza ostacolarsi, ma il suo "fratellino" non è dello stesso avviso. Dopo una notte di bagordi vagamente anni Trenta (la canzonetta di Rose), l'alba porta una nuova consapevolezza. Paul abbandona Rose, ma qualcosa nella sua vita è cambiato per sempre; l'educazione sentimentale, dolcissima e avvelenata, è compiuta. Une rose entre nous unisce la consueta ironia acida (il proprietario del salone, il vecchio cliente al telefono con la madre) a una descrizione delicata e struggente dei personaggi, facendosi perdonare facilmente le (poche) sbavature della parte centrale. Interpreti magnifici: Sasha Hails sarà di nuovo con Ozon per dare vita alla madre di famiglia di Regarde la mer.
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