Ritorna dopo molti anni il film a episodi che andava molto di moda negli anni '60, quasi a significare che anche oggi ci sono tanti autori e tante idee da esprimere. Il film però non è stato accolto bene dalla critica, che lo ha trovato discontinuo e con gli episodi poco amalgamati. Comunque gli episodi meglio riusciti sono sembrati proprio quelli a tematica omosessuale, cioè quello di De Lillo, "Maruzzella" che racconta di un travestito che porta la felicità dentro un cinema a luci rosse fino a quando arriva una misteriosa donna che lo metterà in crisi, e quello di Capuano, "Sofialorén", che racconta, con molta ambiguità ma anche con altrettanta efficacia, come un pescatore possa toccare il paradiso in una notte d'amore con un giovane scugnizzo napoletano. Divertente e molto buch l'episodio di Corsicato, "La stirpe di Iana", con una banda di motocicliste che riescono a farsi rispettare con l'aiuto di molta fantasia e del cinema orientale di kung-fu. Complessivamente a noi il film è parso un esperimento interessante, un inno alla napoletanità, fantasioso e spesso poetico, anche se forse un po' troppo "intellettuale".
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