Molte lacrime e qualche sorriso in un film non troppo autocompiaciuto ma in certi momenti scontato come i tv-movie sull'argomento. I rapporti interpersonali sono onesti e naturali, e la rappresentazione delle paure connesse al sesso e alla morte è pungente ed efficace. Quando vediamo persone che si ammalano e muoiono, ci prende una paura personale e reale. Il film comunque non è depressivo: ci sono anche risate e momenti di gioia meravigliosi. Il finale, con gli amici morti richiamati con la memoria, è furi tono. Il titolo originale ricalca la formula con cui i gay partecipavano nei necrologi la loro situazione affettiva: compagni da molto tempo. Memorabile la battuta: Cosa pensi che accada dopo la nostra morte? Andremo a fare sesso ancora.
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