Film accolto in maniera molto contrastata sia dalla critica che dagli spettatori. Forse il pubblico che più lo ama è proprio quello omosessuale. Noi però ci chiediamo perché degli argomenti che toccano la sfera dell'omosessualità, della bisessualità, o della sessualità in genere, ci appaiono artificiosi fino al limite del voyeurismo nei film della Cavani mentre in quelli di Visconti ci portano direttamente ai drammi più antichi degli individui, alle sofferenze più eterne, ai cammini più elevati dell'arte. Forse perché la Cavani affronta questi problemi con lo spirito di un tecnico a tavolino, costruendo dei bellissimi teoremi che però non reggono alla prova della vita reale. Anche in questo film, peraltro interessantissimo, sembra mancare l'anima, quella forza spontanea che fa muovere i sentimenti veri.
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