La diciottenne Angelina lavora in una lavanderia e si occupa della madre alcolizzata e vessata da un compagno brutale, in attesa di una vita migliore. L'occasione arriva con il guadagno per alcune foto in cui posa nuda, per una volta soltanto. Con quei soldi e la compagnia del suo migliore amico, Angelina si trasferisce a San Francisco dove ad un certo punto entra nell'industria del cinema porno, con il soprannome di Cherry. La sua innocenza, combinata con un invidiabile sicurezza, la fa apprezzare subito nell'ambiente, ma, fuori di esso, i pregiudizi sono tanti. "Stephen Elliot, classe 1971, giornalista e scrittore, pubblicato tra gli altri da Mc Sweeney's, per il suo debutto cinematografico sceglie una protagonista femminile colta nel momento in cui può prendere in mano il proprio destino e le fa fare una scelta molto particolare, depurando lo sguardo dai moralismi e approcciando il mondo del porno con la lucidità e la praticità di un mestiere come gli altri, come il commercialista o l'imprenditore (sfumatura che infatti non manca). La sicumera di Angelina in scena e dei suoi inventori dietro la macchina da presa (Elliot scrive con Lorelei Lee, attrice porno) non riescono però, purtroppo per loro, a convincerci della tesi in campo. Non solo il passaggio dalla brava ragazza di provincia alla pornodiva senza inibizioni o preferenze di sorta è piuttosto affrettato e privo di ostacoli, ma quello successivo, a fiera professionista, per giunta di mutato orientamento sessuale, è quasi ridicolo."
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