Pixote, dieci anni, evade dal riformatorio dove ha imparato a conoscere la legge della giungla, e diventa il capo di una gang di coetanei dediti alla rapina, allo sfruttamento della prostituzionee, se necessario, all'omicidio. L'omosessualità è uno dei tratti distintivi della loro vita, accettata con naturalezza (Dito dice: «gli affari sono affari e il culo è il culo») ed è presente nel film in più aspetti. Se quella nel riformatorio (il ragazzino violentato a ripetizione dagli altri) rientra in canoni più ovvii, il tema si riscatta nel bel personaggio di Lilica, che piange per la morte violenta dei suo amico e che si innamora non riamato di Dito, il quale però ci sta a far l'amore con lui. Sulle sue spalle c'è il peso di esprimere la difficoltà dell'essere omosessuale in quella realtà («cosa può sperare un frocio dalla vita?»). Il piccolo protagonista, preso dalla strada, vi è morto pochi anni dopo.
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