Tema portante del film è la storia del profondo rapporto che lega un padre al proprio figlio. Complici come fratelli, già da molti anni conducono un'esistenza in una sorta di mondo “a parte” collocato in un appartamento sui tetti, pieno di ricordi, dolori e rituali quotidiani. Corpi bellissimi, scolpiti, scene che ti fermano il respiro. Sullo schermo non succede quasi nulla ma lo spettatore può leggerci un romanzo interminabile, a suo piacere. Siamo davanti ad un capolavoro della comunicazione visiva, materiale e spirituale. Al festival di Cannes hanno chiesto al regista delle spiegazioni sulla relazione quasi incestuosa tra padre e figlio (all'inizio del film si vedono abbracciati nudi nel letto per quasi cinque minuti) e il regista ha risposto di:"fare attenzione a non proiettare i propri complessi sul film che non mostra niente altro che una relazione tenera e calorosa che trae spunto dalla letteratura europea e russa del XIX secolo". Noi abbiamo proiettati tutti i nostri complessi sul film e ne siamo usciti entusiasti e felici! Indimenticabile. Per cinefili.
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