Jun Ariyoshi lavora in un bar gay. Una notte, un avventore lo infastidisce e ne segue una cruenta lotta durante la quale Jun uccide l'uomo. Jun non mostra alcun segno di pentimento o rimorso e viene quindi messo in prigione. Uno dei giovani carcerati suoi compagni, che porta numerosi tatuaggi su tutto il corpo, si chiama Shiro Kazuki. Questi ha uno sguardo che sembra uccidere; la brutalità e la violenza sono il suo marchio caratteristico e presto arriva in cima alla scala gerarchica dei prigionieri. Jun, molto più introverso, è affascinato dalla forza e dalla capacità d'iniziativa di Shiro. Shiro accetta Jun perchè pensa che sia l'unico in grado di comprenderlo veramente. Diventano sempre più amici fino a diventare una vera coppia, determinati a non permettere a nessuno d'intromettersi nel loro rapporto. Quando succede un incidente. Una guardia carceraria è testimone dello strangolamento di un carcerato da parte di un'altro. Il prigioniero strangolato, che muore poco dopo, è Shiro. Il giovane strangolatore gira intorno allucinato. La guardia vede il viso bagnato di lacrime del giovane che ammette: "Sono stato io". Egli è Jun. Il regista giapponese Takashi Miike è conosciuto per i suoi film che rompono coi tabù e le convenzioni, e per la sua capacità di rappresentare in modo vivace e spietato la violenza. In questo film, tuttavia, sembra desideroso di trovare una spiegazione dell'origine e dell'esplosione di tanta violenza. Che cosa può avere causato il terribile gesto di Jun?
Trailer:
Guarda il film: