Intrigante più che mai quest'ultimo film del regista gay Francois Ozon, uscito con un buon successo di pubblico e di critica in Francia nel mese di ottobre 2012. Da noi sarà distribuito dalla BIM ma non sappiamo ancora quando, si spera nei primi mesi del 2013. Il film ha vinto il massimo premio al festival di San Sebastiano, insieme a quello per la miglior sceneggiatura, ed ha ottenuto il premio FIPRESCI al Toronto International Film Festival con la seguente motivazione:"per aver firmato uno squisito e delicato intrattenimento che mostra la differenza tra narratore e storia narrata stemperando le complesse tragedie dell'esistenza nella consolazione dell'arte". La storia del film è ricavata da un'opera teatrale del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga dal titolo "Il ragazzo dell'ultimo banco", che è un susseguirsi atemporale di riflessioni a getto continuo, mentre Ozon ha voluto dare spazio e tempo alla vicenda, creando una storia estremamente interessante e ricca di significati, dove ad un certo punto realtà e immaginazione si mescolano, rendendo indistinguibile la vita vera dalla creazione artistica, come dire che non sappiamo mai se è la vita a creare l'arte o viceversa. La parte gay della storia è limitata ma è parte integrante di una struttura che fa dell'ambiguità, sia sessuale che comportamentale, il perno centrale dell'opera, come spesso accade nei film di Ozon. Germain (un bravissimo Fabrice Luchini) è un professore di francese che ha ormai abbandonato le sue velleità letterarie e si limita ad eseguire con un certo rigore il suo lavoro d'insegnante presso un rinomato liceo che sta sperimentando il ritorno all'uso di una divisa, così da garantire la stessa dignità a studenti di diverse classi sociali ed etnie. Sua moglie Jeanne (Kristin Scott Thomas) organizza mostre d'arte in cui espone bambole erotiche che hanno il viso di dittatori (per dimostrare la dittatura del sesso) e quadri vuoti da immaginare ascoltando un’audio-descrizione. Un giorno Germain, correggendo dei temi solitamente noiosi, s'imbatte in quello di uno studente assai taciturno e riservato, Claude (Ernst Umhauer, una rivelazione), che lo incuriosisce, anche per il fatto che finisce con la scritta 'continua'. Il tema racconta di Claude che, affascinato da un suo compagno di classe, Rapha (Bastien Ughetto), soprattutto perchè appartenente ad una famiglia benestante, ne diventa amico, iniziando a frequentare la sua casa e la sua famiglia. Germain trova molto interrssante il tema e decide di conoscere meglio Claude, che subito gli consegnerà il seguito del suo particolare diario. A questo punto Germain è sicuro del talento del ragazzo e lo incita, anche con utili consigli, a continuare il suo lavoro, vedendo in lui le sue giovanili e deluse aspirazioni. Claude, come scrive nel suo diario (che noi però vediamo), con la scusa d'insegnare la matematica all'amico, debole in quella materia, diventa un assiduo frequentatore della sua bella villa, immersa in un lussureggiante parco verde. A lui, di umili origini e da tempo senza madre e con un padre disabile, sembra di aver trovato una nuova famiglia. Con la sua eleganza e il suo spirito seducente, attira l'attenzione di tutti i membri della famiglia (impossibile non ricordare la figura di Terence Stamp nel film Teorema di Pasolini), a iniziare dalla madre di Rapha, Esther (Emmanuelle Seigner), una donna molto attraente, che si dedica alla decorazione d'interni. E mentre Claude è sempre più attratto da Esther, in Rapha cresce una forte attrazione sessuale per il bel Claude. Il romanzo diventa sempre più avvincente, e ormai non sappiamo più distinguere la parte reale da quella immaginata o desiderata...
Trailer:
Guarda il film: