Girato da W. Friedkin con una mobilità della cinepresa che sfiora il virtuosismo, tributario di un certo sperimentalismo di marca europea con risvolti di un surrealismo che rasenta talvolta la truculenza, il film ebbe un limitato successo di scandalo, non privo di polemiche contro la sua presunta ottica troppo negativa sugli omosessuali e la loro infelicità. Questo film, che ha per protagonisti tutti personaggi omosessuali, apparve in Italia in un periodo dove era difficilissimo vedere film simili. L'effetto, per chiunque andò a vederlo, fu traumatizzante. Molti gay vi ritrovarono i momenti più drammatici delle loro storie. Anche se alcuni personaggi gay sono negativi e stereotipati, e oggi datati, non si può disconoscere al regista una notevole onestà e coraggio nel rappresentarli (unica pecca l' eccessiva teatralità dell'insieme derivante senz'altro dall'omonima commedia di Mart Crowley da cui è tratto il film). Esistono tre versioni del film di 127' (l'originale), di 119' (quella vista nei cinema italiani) e di 108' (ancora più censurata).
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